Message flagged Tuesday, November 13, 2012 11:38 AM Grazie. Non ho ancora letto il libro, ma non condivido - per quanto mi riguarda - che la scrittura sia "un surrogato della memoria, un aiuto, una possibilità di tornare sulla traccia che abbiamo lasciato, la speranza che alcuni frammenti significativi della vita non vadano perduti". Forse può esserlo per chi scrive un diario, o tenta una scrittura "terapeutica" - per me l'effetto eventuale della scrittura è sempre "nonostante" la scrittura (anche se non credo di riuscire a spiegarmi bene...). C'è nell'atto dello scrivere qualcosa che entra in gioco, senza possibilità di intervento; la memoria ha la sua parte, ma nel momento stesso in cui qualcosa si scrive - anche ora, in questo momento - è già "altro", e quel che si scrive è sempre diverso da quel che si sta scrivendo.
Evidentemente, se non è d'accordo con la visione abituale della scrittura, che ho cercato di sintetizzare nelle ultime righe, è probabilmente perché è invece d'accordo con la tesi dell'autrice. Mi dirà, se vuole, dopo aver letto il libro.
Un altro punto di vista, quello di Michela Marzano:
Oggi una persona mi ha chiesto perché scrivo. Se avessi in mente un pubblico ben preciso. Se ogni volta avessi un obiettivo particolare.
Già... perché scrivo?
C'è chi scrive per raccontare storie. Per far sognare. Per divertire. E c'è chi ci riesce benissimo. Ci sono libri capaci di prenderci per mano e accompagnarci alla scoperta di tanti universi diversi, fatti di storie tristi o felici. In fondo poco importa. Ciò che conta è la scoperta e la meraviglia. Mettere da parte il proprio quotidiano per vivere quello che altrimenti non si sarebbe mai potuto conoscere.
C'è chi scrive per ricostruire il mondo. Dopo averlo smontato per mostrarne i problemi. Per spiegare come ci si dovrebbe comportare. Il giusto e il bene. Il valore delle cose e il loro rispetto...
Io, però, non scrivo né per raccontare storie, né per rifare il mondo.
Io scrivo solo perché non posso fare altro che scrivere. Perché talvolta le parole irrompono. Perché è l'unica cosa che mi piace veramente.
Scrivo per rintracciare il bandolo della matassa della mia vita. Scrivo per fare chiarezza all'interno del mio cuore. Scrivo per mettere delle parole su quello che provo. Scrivo per capire cosa sia l'amore...
In fondo, scrivo per me. Anche se talvolta qualcun altro si riconosce in quello che scrivo... La magia della scrittura. Che sorprende chi scrive forse ancora di più di chi legge...
elettrarinaldi@yahoo.com
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Tuesday, November 13, 2012 11:38 AM
Grazie. Non ho ancora letto il libro, ma non condivido - per quanto mi
riguarda - che la scrittura sia "un surrogato della memoria, un aiuto,
una possibilità di tornare sulla traccia che abbiamo lasciato, la
speranza che alcuni frammenti significativi della vita non vadano
perduti". Forse può esserlo per chi scrive un diario, o tenta una
scrittura "terapeutica" - per me l'effetto eventuale della scrittura è
sempre "nonostante" la scrittura (anche se non credo di riuscire a
spiegarmi bene...). C'è nell'atto dello scrivere qualcosa che entra in
gioco, senza possibilità di intervento; la memoria ha la sua parte, ma
nel momento stesso in cui qualcosa si scrive - anche ora, in questo
momento - è già "altro", e quel che si scrive è sempre diverso da quel
che si sta scrivendo.
Evidentemente, se non è d'accordo con la visione abituale della scrittura, che ho cercato di sintetizzare nelle ultime righe, è probabilmente perché è invece d'accordo con la tesi dell'autrice. Mi dirà, se vuole, dopo aver letto il libro.
RispondiEliminaUn altro punto di vista, quello di Michela Marzano:
EliminaOggi una persona mi ha chiesto perché scrivo. Se avessi in mente un pubblico ben preciso. Se ogni volta avessi un obiettivo particolare.
Già... perché scrivo?
C'è chi scrive per raccontare storie. Per far sognare. Per divertire. E c'è chi ci riesce benissimo. Ci sono libri capaci di prenderci per mano e accompagnarci alla scoperta di tanti universi diversi, fatti di storie tristi o felici. In fondo poco importa. Ciò che conta è la scoperta e la meraviglia. Mettere da parte il proprio quotidiano per vivere quello che altrimenti non si sarebbe mai potuto conoscere.
C'è chi scrive per ricostruire il mondo. Dopo averlo smontato per mostrarne i problemi. Per spiegare come ci si dovrebbe comportare. Il giusto e il bene. Il valore delle cose e il loro rispetto...
Io, però, non scrivo né per raccontare storie, né per rifare il mondo.
Io scrivo solo perché non posso fare altro che scrivere. Perché talvolta le parole irrompono. Perché è l'unica cosa che mi piace veramente.
Scrivo per rintracciare il bandolo della matassa della mia vita. Scrivo per fare chiarezza all'interno del mio cuore. Scrivo per mettere delle parole su quello che provo. Scrivo per capire cosa sia l'amore...
In fondo, scrivo per me. Anche se talvolta qualcun altro si riconosce in quello che scrivo... La magia della scrittura. Che sorprende chi scrive forse ancora di più di chi legge...
Credo che le motivazioni di Michela Marzano siano molto vicine a quelle di Emma...
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