domenica 9 ottobre 2011

Per una clinica non soppressiva del sintomo




Dibattito svoltosi il 27 maggio 2011 alla Casa dela Cultura in occasione della presentazione del libro di Marco Focchi "Il trucco per guarire"








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Per una clinica non soppressiva del sintomo

1 commento:

  1. Penso che l'eticità sia possibile solo in un orizzonte comunitario. Lo scientismo secondo me non esiste come qualcosa di tangibile (al contrario della scienza), ma è semplicemente la riduzione di ogni cosa all'utile, un atteggiamento mercantilistico figlio della società capitalistica... è il modus cogitandi del borghese post-moderno. E' un' ideologia, non ha nulla a che fare con la scienza. E' un'ideologia post-ideologica, ed è ideologia perché ha in sé i tratti totalitari tipici del pensiero unico...le sue caratteristiche la rendono inevitabile figlia del mercato. In un altro post lei ha parlato della verità e di come oggi si viva nel presente, indifferenti alla verità, per cui la psicoanalisi freudiana non risponderebbe alle esigenze odierne. Credo che la psicoanalisi debba rimanere interrogazione, domanda...non debba fornire soluzioni (come vuole il mercato, che in fin dei conti, attraverso il tema del well-ness, da al contemporaneo delle nuove tavole della legge basate sull'obbligo del benessere e della performance), ma dis-alienare l'uomo, sottrarlo alla reificazione e a un presente piatto, in vista della parola autentica (di cui parla anche Heidegger). Se la psicoanalisi si adegua al mercato,rischia di adattarsi all'ideologia, abbandonare il campo della scienza autonoma (che con lo scientismo non c'entra nulla) e diventare inautentica. Diventa psicoanalisi ideologica, che produce individui adattati e non individui liberi e che conoscono sé stessi. E' la critica, se non erro, che Lacan muove alla psicologia dell'Io. Sul discorso della felicità, invece, ci sarebbe molto da dire...perché se l'incontro con la verità è la felicità, allora la psicoanalisi dovrebbe essere il luogo della domanda di verità, il luogo dell'interrogazione costante dell'inconscio per raggiungere la verità, la motivazione insita nel proprio vivere( nei propri gesti). Bisogna a mio modesto parere sostenere con forza i concetti strutturalisti che possono sostenere la legittimità dell'inconscio e della verità al di la del soggettivismo e dell'utilitarismo contemporaneo.

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