mercoledì 10 novembre 2010

Gli attacchi di panico nell'esperienza psicoanalitica
























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8 commenti:

  1. Invece per me è proprio il Nome del padre che deve essere rinforzato.
    E in ogni caso, l'emergenza deve essere arginata con un trattamento psicofarmacologico di supporto. Poi si può procedere con qualsiasi terapia.

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  2. Propongo un altro caso in cui c'è un tempo dell'irruzione segnalato dal panico.
    Una donna di poco più di trent'anni trovandosi a guidare la propria auto si sente soffocare: un'oppressione alla gola e palpitazioni intollerabili la costringono a fermarsi. Nella sua logica di vita tutto questo non ha alcun senso. E' sempre stata una donna perfetta,sana, bella, come il padre più volte le segnala, bravissima negli studi, campionessa nello sport. Una figlia perfetta. Tuttavia nel momento in cui la vita va avanti, lei - aggrappata all'ideale che l'altro le ha sempre proposto e ribadito - è come se rimanesse indietro rispetto alla vita stessa nei suoi ritmi e nelle sue occorrenze logiche. Questa sfasatura temporale impone un'urgenza rispetto alla quale la figlia ideale si trova irrimediabilmente indietro.Ed è allora che mi chiede di fare un'analisi. Forse non è nemmeno un caso che il primo episodio di panico si presenti mentre si trova alla guida dell'auto, un'auto regalata dal padre che, dopo le prime sedute decide di vendere per comperarne una che - per quanto di seconda mano - diventa veramente sua.

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  3. Per quanto riguarda via Ombone 18 sarebbe interessante conoscere gli argomenti che propone a sostegno del suo punto di vista.
    Il caso proposto da Emilia mi sembra invece ben illustrare l'insorgenza del panico legata a uno slittamento temporale dove il soggetto non riesce a rispondere all'imperativo dell'urgenza. E, nota significativa, sullo sfondo un padre da cui occorre prendere distanza.

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  4. Mi viene in mente XY di sandro veronesi, l'urgenza della protagonista (psichiatra, in formazione per psicanalista) di sottrarsi ad una situazione e la ricerca di un altro senso nel sostenere una comunità ferita da un evento inspiegabile (che genera più angoscia che panico?). Veronesi in un esergo cita Beckett "Non posso continuare. Continuerò" - forse nell'attacco di panico manca la capacità di passare dal "non posso continuare" al "continuerò"...

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  5. Sì, direi che è la situazione in cui tutto diventa impossibile, e insopportabile. Non c'è continuazione possibile perché tutto sprofonda nell'abisso dell'ora.

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  6. And after that is over the anxiety will begin processing that results from, and then you'll want to compare yourself with others, and then again ... I understand, basically it is just the spring that keeps us working wonderfully! Good luck!
    http://www.attacchiansia.com/

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  7. I'm not sure I have exactly understood Jacklewis' point, but i think that comparing yourself with others entails a narcissistic level, while panic attack is a drive eruption, beyond symbolic and imaginaries boundaries.

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